Sapete una cosa, mi sono sempre stupita dell'orrore e della banalità della disuguaglianza che attanaglia il genere femminile. Ed è una visione davvero pessimista lo ammetto. Ma tutto questo mi viene in mente, anzi, come donna lo sento, perché dopo aver visto i tanti sforzi che le nostre antenate hanno fatto, ciò che hanno conquistato e l'attuale lavoro che stanno svolgendo ancora le donne e le femministe di oggi, ancora dopo tutto questo, una concreta, reale uguaglianza non c'è. Non c'è rispetto. Anzi a volte vedo che c'è ancora più spregio. Non c'è cortesia. Non c'è comprensione o empatia nella maniera più assoluta.C'è solo quella dannata convinzione di inferiorità. E se il riflesso a cui ti rivolgi ti fa sentire inferiore, beh allora ogni tanto, anche se combatti quella sensazione e ti convinci che le cose non sono così, ti senti comunque inferiore per davvero.
Schiacciata dall'immagine che la società ti offre. Delusa dal tuo aspetto quando guardi un cartellone pubblicitario di intimissimi. Troppo vecchia, quando non ricevi il rispetto che ti andrebbe dovuto. Troppo stupida, paradossalmente, per essere vista oltre il tuo aspetto e il tuo faccino da bambina. Troppo poco determinata, dall'immagine che solo l'uomo può dare di essere virile e condottiero.
Ma noi siamo di più: non siamo schiacciate, ma emergiamo sempre dalle nostre macerie. Siamo creature meravigliose, perché uniche nel nostro aspetto ma sopratutto nel nostro carattere. Non invecchiamo mai, perché rimaniamo vitali nell'animo e nel coraggio. Mai stupide, perché oltre la spazzola per i capelli usiamo l'ingegno che ci è sempre servito per combattere.
Non siamo mai state così determinate, perché davanti a questi riflessi che rispecchiano il falso dobbiamo essere più condottiere e guerriere che mai.
Oltre alla battaglia che ci accingiamo a combattere tutti i giorni, mi sono sempre trovata davanti ad un enorme dilemma. Il comportamento della donna è sempre stato richiesto come dolce, caritatevole, puritano, rispettoso. La donna "volgare", sguaiata, che non accavalla le gambe quando si siede è sempre stato oggetto di preconcetti, delusioni, malcontenti, perfino offese. Solo l'uomo è sempre stato legittimato nell'atteggiarsi da vero DonGiovanni, un rubacuori, addirittura un por*o.
La donna che fa sesso è sempre stata un tabù. La donna che trae piacere "per conto suo" è sempre stato visto come innaturale. Quando ormai chissà da quanti anni anche in tv questo tema è stato affrontato chissà quante volte e presentato come un qualcosa di assolutamente normale, umano.
E' questo che spesso mi sconvolge: il potere di certe situazioni, di certe persone e di certe correnti di pensiero bigotte che porta a non considerare il genere femminile, e non solo, come meno esseri umani dell'uomo. Egli viene giustificato con frasi come "Sono gli ormoni". La donna è giustificata con tale frase solo per motivare una ramanzina dopo una lunga giornata di lavoro.
Spesso insomma mi ritrovo a vedere il mio riflesso meno umano: meno legittimato dal tenere alcuni comportamenti, meno legittimato dal flirtare, meno legittimato dal bere fino alla sbronza, meno legittimato dal dire parolacce a dal parlare in modo sguaiato "da camionista", come solo un vero "maschio" può fare.
Se vivessimo negli anni '50 probabilmente non mi stupirei. Avremmo dovuto essere madri e casalinghe modello. Ma ora, nel XXI secolo, nel 2017, no, non lo accetto. E si consideri che con questo non intendo dare appoggio a comportamenti più o meno non rispettosi, non decorosi.
Se mi passasse per strada un uomo di mezza età che reputo affascinante, non mi metterei a urlare "Ehi bellezza!". E' pur sempre un uomo più vecchio di me, e questo lo rispetto. Mi è sempre stato insegnato da bambina che agli adulti si deve rispetto, semplicemente perché più saggi, e questo mi sta bene anzi sono più che d'accordo.
Però. Però... Nel 2017, se mi passasse in mezzo alla strada un uomo affascinante, di mezza età, non so se esiterei nel fare un ammiccamento alla mia amica per esprimere approvazione.
E questo credo che debba essere la stessa cosa anche dall'altra parte del fiume. Ad un uomo che apprezza, non pubblicamente e senza spararlo ai 4 venti, una bella donna che incontra per strada non ho nulla da dire. Lo avrei se quell'uomo gridasse "Ehi bellezza!" in mezzo alla strada, magari causando risatine e sguardi vomitevoli da parte degli altri maschietti della piazza.
Basta preconcetti. Basta dire che le bambine si devono fare belle e devono giocare a stirare i vestiti e a fare le mamme mentre i bambini devono giocare all'astronauta o allo scienziato.
Basta. Basta presumere, pretendere, che una ragazza debba stare a gambe incrociate e bere capiroska alla fragola. Accettiamo anche la ragazza che beve birra (che rutta anche!), che sta seduta scomposta e a gambe aperte. E' una maleducata? Puoi dirlo forte, direi lo stesso di un uomo.
Ma allora perché fare le maleducate ci piace così tanto? Perché ci piace flirtare? Perché ci piace ridere in maniera sguaiata e dire parolacce?
Perché non è giusto non poterlo fare. Perché abbiamo il diritto di farlo. Perché vogliamo essere ribelli. Perché vogliamo essere umane.
Perché l'essere umano spesso e volentieri, è un completo maleducato.
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